LIVE WINE 2019

LIVE WINE Salone Internazionale del Vino Artigianale, 22-23-24-25 marzo 2018. Palazzo del Ghiaccio, Milano.
  • 8
  •  
  •  
  •  
  •  
    8
    Shares

Anche quest’anno torna a Milano LIVE WINE. Il 3 e il 4 marzo Palazzo del Ghiaccio aprirà le sue porte alla quinta edizione del Salone Internazionale del Vino Artigianale LIVE WINE 

Sarà soprattutto l’occasione di incontrare da vicino i vini e il lavoro appassionato di viticoltori che praticano metodi biologici o biodinamici in vigna e vinificano senza additivi enologici. Quest’anno al centro dell’edizione 2019 di LIVE WINE due territori d’eccezione: la rinomata Alsazia con i suoi splendidi vini aromatici noti in tutto il mondo e il Roero che negli ultimi anni sta vivendo una stagione radiosa anche grazie al lavoro di una giovane generazione di vignaioli. A questi due territori saranno dedicate le degustazioni guidatedi domenica dal titolo Alsazia zero solfiti e Roero on my mindCome ogni salone milanese che si rispetti, anche LIVE WINE ha il suo fuori salone. Da sabato 2 a lunedì 4 marzo, con LIVE WINE NIGHT la filosofia del vino artigianale conquisterà la città con degustazioni, incontri e serate a tema nelle enoteche, nei ristoranti e nei locali che hanno scelto di aderire all’iniziativa. LIVE WINE è realizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier Lombardia e con la storica manifestazione Vini di Vignaioli di Fornovo.

Abbiamo incontrato l’ideatore dell’evento, Lorenzo de’ Grassi che ci ha deliziato nell’approfondimento di LIVE WINE.

A tutti, buon LIVE WINE!

Cosa è Live Wine, quali gli obiettivi, quali i principi, quali i valori?

Live Wine è un salone dedicato ai vignaioli che producono vino in modo artigianale e naturale, ovvero che non usano prodotti sistemici in vigna e additivi enologici in cantina. L’unica eccezione è la solforosa che, quando utilizzata, deve rimanere al di sotto di quantitativi massimi che sono circa un terzo di quelli permessi dalla legge. L’obiettivo principale è dare visibilità alle loro aziende e di creare nuovi rapporti commerciali su una piazza come Milano, sempre più considerata una capitale del commercio europeo. Ma Live Wine è anche un luogo di incontro con il vino in quanto prodotto culturale. Ci teniamo molto a questo aspetto che curiamo anche con workshop e tavole rotonde di approfondimento.

Quali sono stati i maggiori ostacoli superati o se ce ne sono, quali da superare?

L’organizzazione di un salone di queste dimensioni a Milano comporta dei costi alti ed è complessa perché siamo in pochi a occuparcene. A parte me c’è Christine Cogez-Marzani che organizza da anni il salone Vini di Vignaioli a Fornovo e un paio di fondamentali collaborazioni per la comunicazione. La maggiore difficoltà di organizzare un salone è soddisfare le necessità di tutte le parti coinvolte nella riuscita del salone: i vignaioli, il pubblico privato, il pubblico degli operatori e gli organizzatori della manifestazione.

Quali sono i criteri su cui si basa per la selezione delle cantine; ci sarà solo Italia o anche il resto del mondo?

A Live Wine c’è solitamente un 20-30 percento di cantine estere. Le aziende che partecipano devono rispondere ai criteri di selezione che ho indicato sopra. Molte le conosciamo da anni e sono anni che si impegnano a fare vini poco tecnici e molto genuini. Per selezionare le cantine che si sono affacciate recentemente su questo ambito chiediamo ai viticoltori che conosciamo, e che conoscono il loro lavoro, di fare da garanti. Cerchiamo di fare rete insomma, ma anche di incoraggiare le nuove realtà a procedere in una direzione che comporta più rischi, ma anche maggiori soddisfazioni.

Cosa è oggi il vino artigianale?

 È un vino fatto da uomini e donne che seguono personalmente ogni fase della produzione del vino, dalla potatura invernale delle viti fino all’imbottigliamento, che vendemmiano manualmente, che cercano di migliorare continuamente la qualità del loro prodotti senza l’utilizzo di artifici, ma in armonia con le dinamiche della natura.

A parte tutto, credo che l’evento sia una grande forma di comunicazione, qual è il messaggio primo e ultimo che vuole lanciare Live Wine?

Un vino è buono quando è vivo e ha personalità, e la personalità è generata dalla biodiversità della natura e della sensibilità del vignaiolo. I saloni come Live Wine, permettono un primo approccio con tutti questi aspetti.

Domanda scontata, beve vino? Qual è il suo preferito? Se proprio non riesce a scegliere, la comprendiamo 🙂 ma siamo curiosi di sapere l’ultimo vino che l’ha emozionato

 Mi emozionano i vini che mi sorprendono e quando posseggono tridimensionalità nel gusto, quando molteplici sapori si presentano concertatamente in bocca, in un unico sorso, e si percepiscono uno a uno distintamente. E poi devono essere vini che si bevono con grande semplicità anche quando sono complessi. Curiosamente spesso sono vini che arrivano da territori considerati ingiustamente minori; per esempio l’ultimo era un vino del mantovano, appena sotto al Lago di Garda.

Ci saranno altre edizioni di Live Wine?

 Spero proprio di sì 🙂

Cosa è il vino per lei

Pura magia!


  • 8
  •  
  •  
  •  
  •  
    8
    Shares
More from Miriam De Vita

Bererosa 2019: l’Italia è tutta rosè

     Un intero pomeriggio che aspetta la sua sera all’insegna di bollicine e...
Read More

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *