Vinifera: da non perdere

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Il 23 e 24 Marzo il Trentino apre le sue porte alla Mostra-Mercato dei vini di qualità!

La prima settimana di Primavera, al centro delle Alpi, tra le montagne del Trentino, nel cuore di Trento.
Uno spazio aperto dove assaggiare idee genuine, incrociare sguardi autentici, stringere mani artigiane e affidarsi a cuori appassionati. Un luogo dove incontrarsi, confrontarsi, discutere, e vedere con il naso, con gli occhi, con la bocca, con l’istinto. E’ questo il biglietto da visita di “Vinifera” , salone dedicato ai produttori di vino di qualità del Trentino e dell’ Alto Adige / Sudtirol , dedicando attenzione al territorio e alle persone che ci vivono. Due giorni, 23 e 24 Marzo 2019, di Mostra-Mercato, approfondimenti, laboratori e abbinamenti con il cibo e il territorio.

Un’intervista alla Sig. Elena Grulli, organizzatrice di Vinifera, ci darà modo di entrare nel vivo dell’evento e capire anche cosa c’è dietro ogni scelta, ogni valutazione, ogni idea.

Cos’è Vinifera e qual’ è il messaggio che vuole dare?
Vinifera è un Forum dedicato al vino nato dalla volontà di noi ragazzi dell’ Associazione Centrifuga di volgere uno sguardo al futuro del territorio in cui viviamo. Abbiamo scelto il vino come punto di partenza per la nostra riflessione ma Vinifera nasce come progetto più ampio di Forum . L’ evento infatti non si esaurisce nella due giorni del Salone dei Vini artigianali dell’ arco alpino ma prevede un corollario di incontri volti a stimolare il dialogo tra differenti realtà , alla scoperta di prodotti , luoghi e saperi legati non solo al vino ma più ampiamente alla terra e ad un’ agricoltura sostenibile. Sono in programma conferenze tematiche sul cambiamento climatico, visite in cantina, presentazioni di libri che accompagneranno  i nostri visitatori verso il week end del 23 e 24 marzo in cui gli appassionati potranno incontrare quasi 70 vignaioli provenienti dall’ arco alpino e prealpino e conoscere attraverso i loro vini le loro storie e la loro cultura. Un percorso tra i banchi di degustazione che coinvolge sette regioni e luoghi oltre confine, oltre a eccellenze gastronomiche e prodotti locali. Occorre guardare insieme al futuro riscoprendo il passato e il forte legame che abbiamo con i nostri territori; “non esiste un pianeta B” , quello in cui viviamo va tutelato e rispettato e anche se il vino è sicuramente sinonimo di convivialità è soprattutto da sempre specchio della cultura dei popoli che lo producono e in rapporto diretto con l’ evoluzione della società e della scienza. Poniamo quindi l’attenzione su coloro che la terra la lavorano e la amano e vogliono condividere le loro scelte a coloro che la vivono e godono dei suoi frutti.

 

Quali sono i valori e gli obiettivi che la kermesse vuole trasmettere ?

Il Trentino è una regione in cui , a mio parere per fortuna, è molto forte il legame con il territorio; il contesto ideale per declinare la passione per il vino, i suoi luoghi e la sua cultura. L’esigenza è quella di creare uno spazio di conoscenza, di scambio e dibattito tra gli attori coinvolti: vignaioli, operatori del settore, istituzioni e consumatori . Favorire un dialogo costante tra i protagonisti per raggiungere soluzioni condivise. Punto di partenza è il rispetto dei valori della sostenibilità e della biodiversità. L’ intento è quindi quello di stimolare una maggiore consapevolezza nella cura del territorio e promuovere un’ evoluzione del settore in tale direzione. Tra gli obiettivi c’è anche quello di celebrare le eccellenze artigianali vitivinicole e gastronomiche  attraverso il canale diretto dei produttori che presenteranno in prima persona i loro prodotti.

Come vengono selezionate le cantine, quali sono i criteri ?
Un dato importante riguardante la selezione dei vignaioli è legato al fatto che tutti i produttori presenti a Vinifera sono stati conosciuti personalmente ( spesso durante fiere di settore ) , assaggiando i loro vini e ascoltando le loro storie. Non sono semplici nomi presi da elenchi o guide per “far numero” . Mi è capitato di partecipare a eventi di vino nei quali il marketing aveva palesemente avuto il sopravvento a discapito della sostanza.  Vinifera è prima di tutto fatta di persone e queste persone sono volti reali, sono parole, sono sguardi che rispecchiano ciò che troveremo nelle loro bottiglie. Protagonista è il vino prodotto con metodo biologico, biodinamico e naturale, in vigna e in cantina, proveniente dai territori alpini e prealpini. La certificazione era preferenziale ma non indispensabile. Alcuni produttori attuano la scelta di non certificarsi ma ciò non toglie che producano vini egregi lavorando con cura e attenzione del territorio, seguendo l’intero ciclo dalla vigna alla bottiglia senza poi nascondersi dietro ad etichette, la qualità oltre il marchio quindi. Oltre al parametro geografico ci siamo indirizzati verso le piccole e medie realtà , spesso provenienti da territori particolarmente difficili, chiamati “eroici”. Infine , sempre in tema di sguardo al futuro, volevamo dare ampio spazio ai giovani che scelgono di impugnare le redini dell’ azienda di famiglia , i più fortunati, ma anche quelli che con entusiasmo e un pizzico di follia intraprendono dal nulla l’ avventura della viticoltura.

Quali sono, se ci sono state, difficoltà e ostacoli nell’organizzazione e come eventualmente sono stati superati ?
Vinifera è stato il primo progetto dell’ Associazione Centrifuga di Rovereto , composta da giovani professionisti con diverse competenze e che nella vita svolgono lavori differenti, anche non inerenti al mondo del vino. Personalità quindi eterogenee ma unite nello stesso obiettivo di crescita e sguardo al futuro. Stiamo lavorando a questo evento da settembre scorso e sicuramente una problematica da affrontare era inerente al far conciliare orari, disponibilità e soprattutto far convergere le idee di 20 persone nel grande progetto di Vinifera. Siamo però riusciti bene ad unire le forze e a far emergere le competenze di ognuno. Abbiamo effettuato scelte e discusso , con opinioni a volte unanimi a volte contrastanti ma la vita associativa è questo, crescere, convivere e accettare il confronto.

Cosa significa oggi “fare vino” artigianalmente?
Il dibattito sulle definizioni del vino dura ormai da lungo tempo ma a differenza delle migliori bottiglie non matura con gli anni. Fare vino artigianalmente credo sia innanzitutto una scelta, che riguarda non solo scelte agricole, ma anche commerciali, relazionali e politiche. Significa produrre vini che sono prima di tutto espressione autentica del territorio, non omologati al gusto e alle mode; significa preservare i vitigni autoctoni e la biodiversità recuperando stili di coltivazione a tutela del territorio eliminando i prodotti chimici in vigna e riducendo gli interventi in cantina; il vignaiolo cura personalmente tutto il processo che inizia dalla terra e termina alla bottiglia, perseguendo la qualità e non come obiettivo primario il profitto, un profitto non affidato alla grande distribuzione ma alla filiera corta anche con notevoli difficoltà nel trovare sbocchi commerciali. Sicuramente un percorso non facile ma che con onore mette al primo posto la salute di tutti noi e il rispetto per quella terra che tanto ci dona anche se continuamente maltrattata.

Se può dircelo qual’ è il vino che l’ha emozionata maggiormente?
In quanto grande appassionata non è solo uno il vino che è stato in grado di emozionarmi.
Al di là dei tecnicismi , di quanto un vino possa essere prodotto egregiamente e senza difetti credo che l’ esperienza dell’ approccio al bicchiere sia estremamente individuale.  Ognuno di noi ha un palato differente e, dato ancor più importante, ha ricordi e un vissuto che il vino evoca in maniera del tutto esclusiva. Perché quello che provo io mentre degusto un calice di vino rosso non sarà mai simile a quello che sente il mio compagno di fianco anche se sta bevendo lo stesso vino versato dalla stessa bottiglia. Questo per dire che le emozioni legate al vino sono strettamente personali e legate anche al momento in cui viene degustato. Per quel che mi riguarda sono i vini con grande personalità che mi colpiscono maggiormente. Quelli che non ti aspetti, spesso frutto di una natura non facile da domare e di scelte azzardate del vignaiolo. Il vino parla da solo, è vero, ma apprezzo che si senta la mano di chi ha collaborato a crearlo. Non necessariamente sarà il più buono ma lascerà sicuramente il segno.

Cos’è il vino per lei? 
È un’ opera d’ arte fatta dalla natura , attraverso il vino per millenni l’uomo si è nutrito, ha festeggiato, ha sommerso delusioni, si è scaldato, ha lavorato, ha comunicato. Per questo motivo dobbiamo veramente iniziare a tutelare in primis l’ ambiente in cui viviamo e tutti i suoi frutti, se vorremo ancora continuare a godere di questa splendida tela che racchiude le infinite emozioni umane.


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