E in Giappone?

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Alla scoperta del Sol Levante vinicolo!

Il vino, sull’isola giapponese, è sempre stata una bevanda alcolica apprezzata, sebbene la sua produzione non si sia mai diffusa in maniera importante a livello nazionale: il Giappone, terra ricca di cultura, ha sempre preposto le proprie tradizioni alle culture enogastronomiche occidentali; basti pensare al suo forte legame con ciò che è la gastronomia giapponese, al cha no yu (il rito del tè) e all’assunzione di bevande alcoliche tipiche, come il sake o i whisky giapponesi. Questo succedeva, almeno fino a qualche decennio fa: soprattutto negli ultimi anni, il vino viene prodotto quasi interamente in terra giapponese, senza essere importato dall’Occidente o senza subire tagli con altri vini.

In origine, era usato come medicinale o come bevanda alcolica destinata agli eserciti, come accadde nella Seconda Guerra Mondiale. Soltanto dopo il 1970 si registra un crescente interesse per la bevanda, anno in cui all’Expo di Osaka i giapponesi entrarono in contatto con le culture enogastronomiche straniere, tra cui anche il vino. Iniziò così la sua storia in Giappone; in principio, era molto ricercato all’estero dagli amatori giapponesi più esigenti, che volevano anche trovarlo nei ristoranti o nelle vinerie locali (la prima aperta in Giappone risale al 1980!), poi si cominciò a produrlo localmente. Il vino veniva prodotto per il 5-20% con elementi locali, a cui veniva aggiunto, per la parte restante, il vino estero d’importazione.

Da qualche anno a questa parte è stato introdotto un certificato legale che conferisce dignità alla produzione vitivinicola giapponese, vale a dire il Gensanchi Hyoji, equivalente alle denominazioni di origine controllate europee: indica che la produzione del vino avviene con uve coltivate localmente. A tal proposito, in Giappone si usano per la maggior parte specifici vitigni importati o locali e adatti alla coltivazione su quest’isola.

Per i vini bianchi, si adoperano il Muller Thurgau, il Riesling, il Gewurztraminer, in quanto i terreni giapponesi, in special modo ai piedi del Fujihama – luogo in cui avviene la maggior parte della produzione locale – sono molto minerali, ricchi di vulcani, sorgenti termali e altri elementi che li rendono adatti a questi uvaggi. Per quanto riguarda i vini rossi, si usano il Muscat Bailey, il Cabernet Franc, il Merlot e per ultimo ma non da meno il Koshu, il vitigno locale molto famoso e dai sentori fruttati e leggeri. Il Koshu è un vitigno la cui origine risalirebbe a 1000 anni fa, viene coltivato solo nella prefettura di Yamanaka e permette di produrre un vino molto costoso.

In definitiva, il mercato del vino giapponese è in crescita nell’ultimo periodo di viticoltura e questo dato è confermato dalla continua apertura di vinerie in tutto il Giappone, oltre che dal crescente interesse che si sta sviluppando nei suoi confronti anche da parte degli amanti del vino stranieri alla terra del Sol Levante.


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